Davide ha 8 anni fa la terza elementare ed è un “terremoto”: basta “niente” per distrarlo. Il suo comportamento iperattivo e deconcentrato che manifestava da anni è oggi un problema concreto e importante. Il suo comportamento è pressoché ingestibile. In classe è sempre fuori posto, è impulsivo. Se non è impegnato in lotte e litigi con i compagni, si barcamena socialmente come buffone della classe; è deriso, evitato e spesso, nonostante il suo comportamento clownesco, mostra disappunto e tristezza. Davide sembra apprendere con notevole difficoltà nelle aree verbali, lettura in particolare; ha risultati migliori in matematica, ginnastica, arte e disegno. Incontra enormi difficoltà nel completare autonomamente un compito; si dimentica spesso di quanto aveva programmato di fare anche se intendeva farlo. Quando inizia un progetto, un gioco o gli viene affidato un incarico, quasi mai lo porta a termine. Nonostante Davide sia appassionato di sport in cui vorrebbe eccellere, ha difficoltà di coordinazione ed è impulsivo e distraibile, così da essere un giocatore poco desiderabile. Le insegnanti e i genitori, preoccupati e frustrati dal fallimento delle tradizionali misure già messe in atto (richiamare, sgridare, stimolare il bambino), richiedono un intervento inerente al comportamento, apprendimento e umore di Davide.
Si parla sempre di questo disturbo riferendosi ai bambini e agli adolescenti, ma è noto che sintomi come la mancanza di concentrazione, l’impulsività, l’iperattività, i disturbi del sonno, persistono in età adulta. Anche gli adulti con ADHD possono beneficiare del nostro approccio multimodale: training di Neurofeedback personalizzato, grazie all’analisi del qEEG, e psicoterapia di supporto.
L’ ADHD è caratterizzato da sintomi quali la disattenzione, l’impulsività e l’ iperattività che in genere si manifestano fin dalla più tenera infanzia, persistono per almeno 6 mesi e non sono dovuti ad altri disordini psichiatrici o influenze ambientali (ad esempio reazioni a problematiche familiari). I sintomi interferiscono o riducono la qualità del funzionamento sociale, scolastico e lavorativo.
La principale caratteristica dell’ADHD con disattenzione predominante è la difficoltà nella concentrazione. I bambini e gli adulti con questa diagnosi presentano meno problematiche legate all’iperattività ma maggiore disattenzione, disorganizzazione e scarsa perseveranza, che non sono riconducibili ad atteggiamenti di sfida. Queste persone soffrono spesso di ansia e disturbi specifici di apprendimento (DSA).
Questo sottotipo è caratterizzato da iperattività intesa come un’eccessiva attività motoria, un dimenarsi e una loquacità in momenti in cui non è appropriato. L’impulsività si riferisce ad azioni affrettate senza premeditazione, da invadenza sociale e da presa di decisioni affrettate. Nell’adulto tale sintomatologia può manifestarsi sotto forma di irrequietezza in varie attività.
Gli adulti con con questo disturbo, specialmente coloro che non sono stati diagnosticati e non hanno mai ricevuto un trattamento, possono presentare varie problematiche, alcune delle quali sono direttamente causate dall’ADHD e altri a comportamenti generalmente associati a questo disturbo. I sintomi dell’ADHD negli adulti possono essere costanti o dipendenti dalla situazione. Alcune persone con ADHD possono concentrarsi se sono interessate o motivate, mentre altre trovano difficoltà nella concentrazione. Alcuni possono attivamente cercare stimoli, altri, al contrario cercano di evitarli il più possibile. Spesso negli adulti il disturbo può aggravarsi con lo sviluppo di comportamenti antisociali o, in modo opposto, comportamenti mirati alla esasperata ricerca di attenzione e di accettazione. Il Neurofeedback, nel trattamento dell’ ADHD nell’adulto, può essere un trattamento non farmacologico molto efficace.
Gli studi scientifici pubblicati sulla prevalenza dell’ADHD negli adulti (ancora troppo pochi!) dimostrano come l’ADHD sia più frequente nei maschi che nelle femmine , con un rapporto 2:1 nei bambini e 1/6:1 negli adulti. Le femmine tendono più dei maschi a manifestare prevalentemente caratteristiche di disattenzione. Due bambini su tre con diagnosi di ADHD, prima della pubertà presentano ancora problematiche comportamentali durante l’adolescenza. Una percentuale importante di bambini con ADHD continua a presentare sintomi importanti anche in età adulta.
Gli effetti dell’ADHD nell’età adulta possono avere un grave impatto sull’autostima e lo sviluppo personale dell’individuo. Gli adulti con questa diagnosi spesso beneficiano di una corretta diagnosi e di un intervento del terapista. Ciò permette ai pazienti di mettere in una giusta prospettiva le difficoltà comportamentali e sociali, che prima percepivano come ingiuste e non comprese. A qualsiasi età, lavorando adeguatamente sullo sviluppo personale e relazionale attraverso psicoterapie mirate (la terapia cognitivo-comportamentale) e con il Neurofeedback, si possono ottenere miglioramenti.
Nel Centro Clinico NeuroCare ti offriamo diverse opzioni di trattamento per l’ADHD nel bambino, nell’adolescente e nell’adulto. Il primo passo, che permette al paziente di capire se esiste qualcosa per alleviare le problematiche personali, comportamentali e relazionali che vive ogni giorno, è una valutazione complessiva e standardizzata delle sue difficoltà, che comprende anche l’analisi della qualità del sonno, che in questi pazienti è sempre alterato, seguita dalla diagnosi. Potrebbe essere suggerito un sostegno psicologico/psicoterapico sia per il paziente ADHD sia per la famiglia, unito ad una terapia integrata: farmacologica (per i casi più gravi) e di Neuromodulazione ( Neurofeedback personalizzato ). Ogni indicazione terapeutica dipende dalla gravità della sintomatologia e da quanto il disturbo compromette la vita quotidiana e il benessere della persona.