Il Neurofeedback come terapia per il Deficit di Attenzione con o senza Iperattività (ADHD e ADD), ha dimostrato effetti positivi in studi su larga scala, multicentrici, controllati con placebo (Strehl et al., 2017; Van Doren et al., 2018). La maggior parte dei soggetti sottoposti a Neurofeedback ha risposto in modo significativo, rispetto al gruppo di controllo ( che non era stato sottoposto al trattamento). Questi risultati positivi sono stati raggiunti con un trattamento di 25 sedute, ottimale per il lavoro con i bambini.
Il Neurofeedback, oltre nel trattamento dei sintomi dell’ADHD, è un trattamento per i disturbi del sonno, il miglioramento di prestazioni cognitive e sportive, l’ansia.
I primi miglioramenti si osservano in media dopo 15 sedute e sono necessarie tra le 20 e le 25 sedute per beneficiare degli effetti del trattamento. Questa variabilità dipende dalla motivazione del paziente e dalla gravità della sua condizione patologica. UNA FREQUENZA REGOLARE DELLE SEDUTE E’ FONDAMENTALE PER IL SUCCESSO DELLA TERAPIA
Raccomandiamo un minimo di 2 sedute la settimana, da mantenere con frequenza costante. Se questo non accade (sedute cancellate o dimenticate), i vostro progressi saranno più lenti ed il trattamento, di conseguenza, si allungherà.
Il Neurofeedback ha effetti positivi a lungo termine. In questo lavoro di meta-analisi e di review degli studi presenti in letteratura (Van Doren et al., 2018), sono stati confrontati i risultati di più di 500 bambini con ADHD trattati con Neurofeedback con altri gruppi trattati con farmaci o non trattati affatto.
I bambini trattati con Neurofeedback migliorano, e gli effetti benefici del trattamento permangono dopo 6 mesi dal suo termine, senza bisogno di ulteriori sedute di “rinforzo”, se confrontati con il gruppo che, dopo 6 mesi dalla fine del trattamento, continua ad assumere farmaci.
Questo perchè una volta “regolati” i circuiti disfunzionali presenti nell’attività cerebrale delle persone che soffrono di ADHD, questo apprendimento rimane, come “quando impariamo ad andare in bicicletta“.
Nei Centri Clinici neuroCare, valutiamo attentamente con una serie di esami preliminari i nostri pazienti. La nostra esperienza clinica ci dimostra che il 75 – 80 % migliora quando il trattamento di Neurofeedback utilizza protocolli testati scientificamente e somministrati attraverso tecnologie che misurano accuratamente e registrano l’attività cerebrale.
Gli elettrodi registrano l’attività cerebrale e la inviano ad un computer. A seconda del protocollo utilizzato il posizionamento degli elettrodi può variare. Gli elettrodi posti dietro le vostre orecchie registrano un segnale di base che serve per calibrare il sistema di registrazione sulla vostra attività cerebrale e quelli posti intorno agli occhi servono per eliminare gli artefatti che, a causa dei movimenti oculari, potrebbero “influenzare” il segnale elettroencefalografico. Questo set up è necessario per rendere il training di Neurofeedback più accurato e affidabile.
No. Attulamente ci sono in letteratura numerosi studi sui protocolli di Neurofeedback rivolti sia agli adolescenti sia agli adulti (Mayer et al., 2015)
Si, nel Centro Clinico neuroCare di Bologna abbiamo apparecchiature che permettono di effettuare il training di neurofeedback a domicilio.
L’attività cerebrale è diversa in ciascuno di noi, e questo vale anche per le persone che soffrono di ADHD o ADD. E’ importante registrarla e analizzarla prima di impostare il protocollo adatto per voi (approccio personalizzato neuroCare, medicina di precisione). Diffidate da altri Centri Clinici che non offrono una valutazione completa che prevede l’esame QEEG e la valutazione del vostro ciclo sonno/veglia, esami preliminari assolutamente necessari per la definizione del protocollo Neurofeedback più adatto a voi.
Durante la prima visita nel Centro Clinico neuroCare, la nostra equipe sanitaria valuterà le terapie in atto, e nel suggerirvi la nostra migliore opzione di trattamento, approfondirà la vostra storia clinica e la vostra terapia attuale, prendendo contatti, se necessario, con altri specialisti che vi stanno seguendo. Insieme valuteranno la possibilità di ridurre o sospendere la terapia che state assumendo.
SCP si traduce con Potenziali Corticali Lenti. E’ un tipo di protocollo Neurofeedback che modula la flessibilità corticale piuttosto che le diverse bande di frequenza.